Approfondimento dei rischi da utilizzo di insetticidi

In una abitazione privata vi è una quantità enorme di oggetti realizzati nel materiali più vari, ciascuno di essi può interagire con le sostanze chimiche contenute nel prodotto che stiamo per utilizzare. Senza considerare la presenza di organismi viventi: cani, gatti, pesci, piante, uccelli, … Il loro livello di sensibilità alla presenza degli insetticidi (o dei rodentici) è variabile, i pesci subiscono danni molto gravi anche in presenza di quantità infinitesimali di prodotti insetticidi.
Pertanto il tempo dedicato a “progettare” l’intervento è ampiamente ripagato dalla possibilità di ottenere un controllo soddisfacente dell’infestante e dalla tranquillità che deriva dal non aver creato effetti collaterali dannosi a persone, animali e oggetti.
Ogni casa ed ogni infestazione rappresentano una situazione un po’ differente, un po’ a se stante, pertanto cerchiamo di non utilizzare insetticidi e rodenticidi seguendo una “routine”. Se abbiamo deciso che l’applicazione di un prodotto insetticida rappresenta la soluzione più idonea al nostro problema è opportuno dedicare qualche minuto a riflettere su alcuni aspetti.

Siamo sicuri di aver individuato con precisione le superfici, le fessure, gli anfratti che offrono riparo agli insetti?

In caso contrario il rischio è quello di applicare un insetticida (spesso un prodotto liquido) ove non esplicherà il proprio effetto. Tutti i prodotti che contengono principi attivi piretroidi (derivati sintetici del piretro naturale) agiscono solo per contatto e gli infestanti devono camminare o sostare sulle superfici trattate per risentire dell’effetto insetticida.

Siamo sicuri che per il tipo di infestante non siano disponibili prodotti insetticidi in grado di esplicare una buona efficacia anche se utilizzati in quantità molto contenute?

E’questo il caso delle esche alimentari disponibili per il controllo di alcune blatte (ad esempio Blattella germanica) e di alcune specie di formiche. Applicare un gel o un’esca alimentare non è difficile, se si sa dove applicarlo. Per questo ci aiutano le trappole per il monitoraggio delle blatte, sono semplici economiche e in poco tempo (1 o 2 giorni) ci permettono di capire dove sono concentrati i rifugi utilizzati da questi insetti durante il giorno.

Ci prepariamo ad applicare un insetticida liquido all’interno di una abitazione, sarà poi possibile rispettare un tempo di rientro dopo l’intervento? Ovvero chi utilizza gli spazi può allontanarsi dai luoghi trattati almeno fin tanto che il prodotto non sia completamente asciugato sulle superfici e sui materiali trattati?

Se utilizziamo un formulato fumogeno o un prodotto aerosolizzato vi è il tempo minimo di tre ore prima di riutilizzare i locali? Sarà possibile un efficace ricambio d’aria nei locali trattati. Chiaramente il massimo livello di attenzione deve essere rivolto alle persone più sensibili alla esposizione agli insetticidi: neonati, bambini, persone che soffrono di forme asmatiche, di dermatiti di varia natura o soggette ad allergie se esposte a sostanze chimiche.

Quanta soluzione insetticida prepariamo?

Se dobbiamo preparare una soluzione insetticida, ovvero diluire un prodotto concentrato in un idoneo volume d’acqua, è opportuno valutare lo sviluppo della superficie ove deve essere applicato il prodotto. Solitamente si considera che con un litro di soluzione (acqua e prodotto) si possono irrorare uniformemente da 15 a 20 metri quadrati. Se le superfici sono porose (cemento, intonaco grezzo, mattoni a vista, legno grezzo) avremo un assorbimento della soluzione nella porosità e potremo trattare una superficie un po’ inferiore. Se non valutiamo lo sviluppo della superficie PRIMA di iniziare l’intervento, corriamo il rischio di trovarci con un eccesso di soluzione insetticida di cui non sapremo che fare (non la verseremo di certo in un tombino!!) e la cui efficacia è soggetta ad una rapida diminuzione nel tempo.

La preparazione della soluzione insetticida è il momento che espone chi manipola il prodotto ad un livello non trascurabile di rischio. Se non utilizziamo TUTTI i dispositivi di protezione indicati nella scheda di sicurezza (principalmente guanti in nitrile, occhiali paraspruzzi, indumenti coprenti (tute tyvek) corriamo il rischio di contaminare il nostro corpo con il prodotto insetticida concentrato caratterizzato pertanto da una tossicità (dermale, inalatoria, per ingestione) ben superiore a quella che lo stesso prodotto può manifestare una volta diluito in acqua. Solitamente si consiglia di preparare la soluzione insetticida all’esterno dell’abitazione (o su un terrazzino) e solo dopo aver verificato che l’attrezzatura (ad es. una comune pompa a mano) sia correttamente funzionante (non perde liquido ed è in grado di raggiungere la corretta pressione di esercizio 4-5 atm). In caso di applicazione di insetticidi su superfici delicate, parquet verniciati con prodotti ad acqua, pavimenti trattati con cere, pavimenti ad alta porosità (es. cotto) si consiglia SEMPRE di procedere ad una applicazione di prova su piccole porzioni di superficie.

NOTA

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo i riferimenti legislativi a cui le ditte che operano servizi di disinfestazione devono attenersi in merito alla tutela della salute del proprio personale, delle persone che abitano e lavorano nelle aree ove la ditta è chiamata ad intervenire.
Desideriamo piuttosto richiamare l’attenzione su episodi accaduti nella pratica quotidiana degli interventi di disinfestazione e derattizzazione, così come descritti da chi ha “subito il danno” o da chi, spesso inconsciamente, lo ha creato.

 

Negli ultimi dieci anni sono stati tolti dal mercato europeo molti prodotti insetticidi che contenevano principi attivi ritenuti troppo pericolosi per l’impiego nel settore domestico. Ciò è avvenuto per effetto della Direttiva Biocidi concepita nel lontano 1998 e ora sostituita, dal settembre 2013, dal Regolamento Biocidi. Non rientra nello scopo di questa nota entrare nel dettaglio delle fasi in cui si è attuata la Direttiva Biocidi, basti sapere che essa ha provocato la fuoriuscita dal mercato degli insetticidi che contenevano, come principio attivo, alcuni esteri fosforici (malathion, cloripirifos, fenitrotion, temephos, ….), utilizzati, un tempo appunto, anche nei prodotti insetticidi per uso domestico.
Il divieto di utilizzo di queste sostanze ha sicuramente ridotto i rischi a cui possono esporsi privati e professinisti, ma non li ha eliminati del tutto.
Attualmente la maggior parte degli insetticidi per uso civile contiene, come sostanza attiva, un insetticida “piretroide”. Si tratta di un gruppo di insetticidi creato dall’uomo a partire dal 1950 circa che sfrutta le conoscenze acquisite tramite lo studio dell’estratto naturale di piretro.
E’ un gruppo ampio a cui appartengono:
a) sostanze caratterizzate da una tossicità acuta (ovvero in grado di manifestarsi in tempi brevi) non elevata nei confronti dei mammiferi e caratterizzati da una rapida degradazione nell’ambiente per effetto della luce, della elevata temperatura e dell’ossigeno.
b) sostanze dotate di una tossicità acuta (sempre nei confronti dei mammiferi) non trascurabile e in grado di persistere per mesi quando applicati all’interno di una abitazione o di un edificio.

TUTTI i piretroidi sono comunque in grado di provocare danni gravi agli organismi acquatici (pesci, crostacei, insetti acquatici, …) e sono caratterizzati da una azione insetticida non selettiva. Pertanto uccidono in tempi brevi tanto lo scarafaggio, o la zanzara, quanto l’ape o la farfalla.

E’ probabile che l’applicazione del Regolamento Biocidi conduca, nei prossimi anni, ad una separazione tra prodotti insetticidi, destinati all’impiego civile, per uso professionale (ad es. i prodotti utilizzabili dai disinfestatori professionisti) e i prodotti per uso amatoriale. Tra le considerazioni che portano a ritenere utile questa separazione vi è il fatto che la maggior parte dei casi di intossicazione, collegata all’uso degli insetticidi nel settore civile, avviene in ambito domestico (rapporto ISTISAN …). Spesso l’utilizzatore occasionale di un insetticida dedica poco tempo alla lettura dell’etichetta, trascura l’impiego di guanti ed occhiali antigoccia e, infine, non dispone di una efficiente attrezzatura per l’applicazione del prodotto.

L’etichetta: anche se può apparire una cosa noiosa o di non facile comprensione, leggere l’etichetta di un prodotto insetticida è veramente importante perché vi troviamo chiaramente descritte tutte le principali precauzioni d’impiego. Queste, se attentamente rispettate, permettono di evitare la maggior parte degli “incidenti” domestici. Ad esempio:
• non contaminare con il prodotto cibi e bevande,
• non contaminare oggetti e superfici destinati a venire a contatto con alimenti
• tenere (SEMPRE) il prodotto fuori dalla portata di bambini o degli animali domestici
• non disperdere nell’ambiente dopo l’impiego

Per quanto il Regolamento Biocidi possa condurre ad una selezione dei prodotti presenti sul mercato (ad azione insetticida, rodenticida, avicida, molluschicida, …) la corretta manipolazione del prodotto rappresenta la principale garanzia per la sicurezza dell’utilizzatore del prodotto e di chi vive od opera negli spazi ove si utilizza il prodotto.
Il rispetto delle indicazioni d’impiego e delle avvertenze riguarda tanto gli utilizzatori occasionali dei prodotti che gli utilizzatori professionisti (ad es. gli operatori dei servizi di disinfestazione e derattizzazione)

NOTA
Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo i riferimenti legislativi a cui le ditte che operano servizi di disinfestazione devono attenersi in merito alla tutela della salute del proprio personale, delle persone che abitano e lavorano nelle aree ove la ditta è chiamata ad intervenire.
Desideriamo piuttosto richiamare l’attenzione su episodi accaduti nella pratica quotidiana degli interventi di disinfestazione e derattizzazione, così come descritti da chi ha “subito il danno” o da chi, spesso inconsciamente, lo ha creato.