Mughetto cure e rimedi

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Mughettodi Aldo Ranfa

Caratteristiche di tossicità

Questa specie contiene numerosi composti saponinici, glucosidi cardioattivi e tossine.

LIVELLO DI TOSSICITA': MEDIO

Parte tossica della pianta: Pianta intera, frutti
Periodo di tossicità: Da maggio ad agosto.

I casi più frequenti

I bambini ingeriscono attirati dai bei colori dei fiori possono toccare i fiori e succhiarli.
L’ingestione accidentale procura dolori addominali, diarrea e difficoltà a respirare anche 10 giorni dopo l’ingestione.

Cosa fare

Rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso

Mughetto prevenzione e controllo

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Mughettodi Aldo Ranfa

Come prevenire le intossicazioni

Non mettere in bocca frutti o altre parti di piante spontanee che non siano di uso comune

Infestazione nei nostri orti

L’approccio tipico che maggiormente si manifesta nel contatto con le specie vegetali spontanee e coltivate spesso si riduce a considerare le cromie, il portamento della pianta e la forma dei fiori e dei frutti. Si tratta di un approccio morfologico-sensoriale, ma di esse va anche valutato l’approccio fisiologico. La pianta è considerata ormai un laboratorio biochimico che continuamente produce metaboliti secondari utilizzati per interazioni varie con l’ambiente circostante. Tali metaboliti secondari di vario tipo hanno la capacità d’essere più o meno tossici per l’uomo in particolari momenti. Alcune di queste sostanze continuamente vengono di nuovo trasformate ed elaborate dalla pianta, altre sono accumulate negli organi di riserva della pianta stessa per essere poi messe a profitto in particolari situazioni fisiologiche. La produzione d’alcaloidi, per esempio, utile per la pianta durante la fase germinativa dei semi o nel momento di sviluppo degli apici vegetativi, si individua nei diversi organi della pianta ma, la concentrazione, viene influenzata da numerosi fattori come l’età della pianta, la stagione ed il periodo vegetativo. Molte delle piante velenose e/o tossiche sono comuni e spontanee in natura, lungo i margini delle strade, nei prati, nei boschi mentre, quelle coltivate si trovano nelle aree verdi urbane, pubbliche e private. Così nei parchi, nei giardini, nei parcheggi, nelle aree di sosta, lungo le strade queste piante, anche se ad una prima sbirciata riescono a suscitare un certo interesse per i colori vivaci o per la regolarità delle forme, possono nascondere insidie e inganni specialmente per i bambini che facilmente raccolgono ed ingeriscono frutti o foglie.

Monitoraggio

In Italia, data l’eterogeneità del territorio e relativa ricchezza in termini di biodiversità vegetale, esistono numerose specie vegetali spontanee tossiche e/o velenose ed anche quelle coltivate per ornamento sono consistenti. Mentre per quelle spontanee l’unica cosa da fare, in termini di prevenzione, resta quella di documentarsi sulla pericolosità o meno dell’intera pianta o delle varie parti di essa, per quelle coltivate va sottolineato che in Italia non esistono norme legislative per regolare la vendita di piante ornamentali. Per tale motivo l’uomo è scarsamente tutelato dai rischi di una esposizione accidentale con specie tossiche e/o velenose. In attesa di normative più precise cosa resta da fare:
Per le piante spontanee l’unica cosa da fare è quella di documentarsi sull’identità delle specie rinvenute e nel dubbio rivolgersi ad un esperto. E’ valida sempre la regola di utilizzare le piante o parti di essa solamente se è stata identificata con precisione.
Per le specie coltivate bisogna assicurarsi che sia presente il cartellino con l’identificazione precisa sulla pianta.
Per entrambi i gruppi di piante è valida la norma di educare i bambini a non mettere in bocca foglie o fiori o frutti di piante che non siano di uso comune.

Mughetto

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Mughetto

La Convallaria majalis L. o Campanelle di Maggio

oppure Giglio delle convalli, Lacrime di Santa Maria, Mughetto
(Fam. Liliaceae)

di Aldo Ranfa

Vita da Mughetto

Morfologia

Specie erbacea perenne con un rizoma sotterraneo orizzontale che ne permette l’uso quale tappezzante o coprisuolo. Il fusto è eretto, semplice, quasi cilindrico, alto fino a 30 cm. Le foglie, intere e guainanti il fusto, sono lanceolate ed ovali, di colore verde chiaro. I fiori sono bianchi, ermafroditi, regolari, con calice e corolla similari ognuno di tre pezzi (6 in totale). Gli stami, parte riproduttiva maschile, sono 6 e l’ovario, parte riproduttiva femminile, è supero che a maturità si trasforma in un frutto (bacca) di colore rosso. I fiori, penduli, sono portati da una infiorescenza a racemo apicale che si presenta tipicamente arcuata. Fiorisce da maggio a giugno.

Ecologia e distribuzione

Il Mughetto è distribuito soprattutto al Nord, ma si spinge anche al Centro-sud, fino all’Abruzzo. I suoi ambienti ideali sono i boschi umidi di specie che perdono le foglie in autunno, come le querce ed i faggi ma, meno frequentemente, anche nei boschi di pini e abeti. Utilizzato anche per scopi ornamentali in luoghi ombrosi, è ideale per coprire, quale tappezzante, le aiuole sotto di alberi. La sua distribuzione va da 0 a 1.200 m s.l.m.

Curiosità

Il nome del genere deriva dal latino “convallis=vallata, convalle, pendio”, per evidenziare il suo ambiente di sviluppo preferito nei fondovalle e nei pendii mentre, il nome dell’aggettivo specifico deriva dal latino “majalis=nato in maggio”, per specificare il periodo di fioritura.
NB: Altre specie della stessa famiglia e spontanee in Italia possono risultare tossiche se ingerite, come il Cipollone bianco o Latte di Gallina comune (Ornithogalum umbellatus L.), per la presenza di alcaloidi; i getti giovani di quest’ultima specie, nonostante la sua pericolosità, vengono utilizzati, dopo cottura, per preparare frittate o consumate in altro modo nella parte sud dell’Umbria.

Usi popolari e rimedi

Tutta la pianta, in particolare l’infiorescenza, può svolgere azioni cardiotoniche, cardiocinetiche e diuretiche, ma il suo uso oggi è praticamente del tutto abbandonato per la sua pericolosità.

Bibliografia

  • Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
  • Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
  • Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
  • Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
  • Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.

Sitografia