Calabrone

Pubblicato in data: 11 luglio 2015

calabrone

Il calabrone o Vespa crabro

di Davide Di Domenico

Vita da calabrone

Il calabrone (Vespa crabro) è certamente una delle specie animali più temute e perseguitate del nostro paese. In realtà la sua fama è largamente immeritata e, nonostante le dimensioni e il ronzio inquietante, si tratta di un insetto del tutto pacifico che interferisce molto raramente con l’uomo. Infatti non viene attratto dai cibi, e non infastidisce quando si mangia all’aperto o nei luoghi ove si trattano alimenti (industrie alimentari, negozi, mercati); inoltre non entra quasi mai nei locali abitati, eccetto talvolta in primavera, quando le regine sono in cerca di un luogo adatto alla costruzione del nido. Essendo instancabili predatori, da adulti si cibano di alimenti zuccherini (nettare, linfa, frutti maturi, ecc.) mentre alimentano le regina e le larve solo con prede vive, i Calabroni possono essere considerati utili per la gran quantità di insetti molesti che eliminano, in particolare catturano, mosche, bruchi, cavallette, altre vespe ed api.
Le comunità dei calabroni sono sempre annuali; in primavera la regina fecondata, dopo avere superato l’inverno in un luogo riparato (di solito un tronco marcescente), fonda la nuova colonia, costruendo alcune cellette in un luogo sicuro e difficile da individuare. Inizia così a deporre le uova accudendole personalmente fino a ché non nasceranno le prime operaie. Inizialmente il nido si presenta come una semisfera concava all’interno della quale si affacciano alcune cellette con le larve in sviluppo. Il materiale per costruire il nido viene ottenuto bagnando di saliva alcune schegge di legno morto, fino ad ottenere una pasta modellabile, che, una volta indurita, avrà aspetto cartaceo. Dopo la nascita delle vespe operaie (tutte femmine sterili), la regina si occuperà della sola deposizione delle uova, andando di cella in cella a controllare che le larve siano tutte sue figlie, mentre le operaie svolgono tutti gli altri lavori: nutrizione, toelettatura, ricerca del cibo, difesa, manutenzione, ecc. Col procedere della stagione calda, lo sviluppo della colonia diverrà sempre più rapido, aumentando il numero di operaie che partecipano alla sua costruzione, raggiungendo la massima espansione nella tarda estate (periodo in cui nel nido vi possono essere oltre 500 individui). A questo punto la regina cessa di deporre le uova per lasciare alla sua ultima covata lo spazio necessario per crescere: questa è composta dalle larve aploidi, nate da uova non fecondate, che daranno origine ai maschi. La regina, ormai vecchia, non è più in grado di secernere l’ormone che rende sterili le sue operaie, e di conseguenza queste cominciano a dare origine a nuove regine. Le vespe regine ed i maschi si mescoleranno con quelli di altri nidi ed avverrà l’accoppiamento. I maschi morranno e le regine fecondate andranno a svernare in ibernazione nei tronchi marci o sotto terra, riattivandosi la primavera successiva per continuare l’evoluzione della specie.
Alla fine di ottobre la vecchia colonia ha terminato il suo ciclo, e la regina muore, seguita da tutte le sue operaie e del nido non resterà che l’involucro cartaceo e le cellette abbandonate, soggette al saccheggio di formiche ed altri insetti, che lo utilizzeranno come rifugio invernale.
I calabroni vivono di preferenza nei boschi di latifoglie a bassa e media quota, ma si adattano bene anche alle zone di campagna e suburbane purché con buona presenza di aree alberate e semi naturali. Preferiscono nidificare nel cavo di grandi tronchi, ma spesso si adattano a cavità artificiali (cassonetti delle tapparelle, intercapedini dei muri, camini, granai, cassette nido per uccelli), creando non poca preoccupazione fra gli abitanti. I vecchi nidi non vengono mai riutilizzati ma spesso la stessa cavità viene usata per più anni consecutivi, con nidi addossati gli uni sugli altri.
I calabroni, come tutte le vespe e le api, sono pericolosi solo se ci si avvicina troppo al nido ossia quando sentono minacciata la colonia; in questo caso diventano aggressivi e vi è il rischio di essere attaccati e punti da numerosi individui contemporaneamente. Lontano dal nido pungono in pratica solo se afferrati o schiacciati, altrimenti si allontanano senza reagire.

Curiosità

I calabroni non si possono ammazzare?

In alcune realtà territoriali, tra cui la Germania, i calabroni sono stati riconosciuti come specie protetta allo scopo di tutelare il loro ruolo nell’ecosistema. Al fine di proteggere questo utile insetto e limitare la nidificazione in luoghi non appropriati o problematici vengono posizionare apposite cassette nido in luoghi scelti, ove non costituiscono alcun fastidio o pericolo. Tale metodo viene da anni utilizzato in Germania (ove il calabrone è specie protetta), da parte di enti pubblici e privati cittadini.

I bombi non sono calabroni?

bombo

Con il termine calabrone vengono spesso erroneamente identificati anche l’ape legnaiuola (Xylocopa violacea) ed il bombo terrestre (Bombus terrestris). Bisogna pertanto precisare che questi imenotteri sono invece molto meno aggressivi e che, come le api, raccolgono il nettare ed il polline per nutrire i loro piccoli. I bombi sono tra gli insetti impollinatori più importanti ed utili per l’uomo, utilizzati in agricoltura soprattutto per l’impollinazione dei pomodori.

Il Calabrone asiatico

Originaria del sud-est asiatico, la Vespa velutina nigrithorax (il calabrone asiatico) è stata segnalata in Europa nel 2004, nella zona meridionale della Francia ed oggi la si ritrova anche in Liguria e Piemonte. La rapidità di espansione è dovuta al trasporto passivo delle nuove regine, allevate dalle colonie a fine stagione, che si rifugiano in materiali di varia tipologia per trascorrere il periodo invernale.
La pericolosità della Vespa velutina, che per gli uomini può essere paragonata a quella delle altre vespe europee, riguarda soprattutto le api, con le quali nutrono le loro larve. Infatti le api europee, non avendo mai avuto contatti con questo predatore, sono totalmente vulnerabili ai suoi attacchi, tanto da minare seriamente l’esistenza delle comunità apiarie (in Asia le api hanno invece evoluto efficaci comportamenti di difesa).

Le Ofridi calabrone

Si tratta di un genere di orchidea che realizza fedeli imitazioni di insetti. L’Ofride calabrone modella il labello del fiore dandogli la forma, il colore, e anche la superficie lanuginosa del corpo del calabrone, distillando anche un profumo identico a quello che emette la femmina di questa specie. La somiglianza è tale che il calabrone maschio tenta invano di accoppiarsi con questa illusione, e così facendo si ricopre dei pollini della pianta che trasporterà su un’altra orchidea.
In questo caso, una vana copulazione produce effettivamente una fecondazione efficace, non dell’insetto, ma bensì del fiore.

Mai schiacciare un calabrone

E’ utile sapere che schiacciare i calabroni determina il rilascio di un segnale chimico che stimola l’aggressività degli altri membri della colonia. Questo vale soprattutto quando si è all’aperto.

Dott. Davide Di Domenico

Davide Di Domenico
Esperto: ENTOMOLOGO CONSULENTE PEST MANAGEMENT E SICUREZZA ALIMENTARE, anche esperto in API, VESPE, CALABRONI e FORMICHE

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