Maggio – 2

Pubblicato in data: 23 maggio 2016

LA SCIAMATURA DELLE API

di Davide Di Domenico

sciamaturaQuesta storia incomincia con una vecchia ape regina che abbandona il proprio alveare, seguita da un nutrito numero di api operaie, e si posiziona su di un ramo. Nel frattempo, nella famiglia d’origine, si è sviluppata una nuova vergine pronta a rimpiazzarla; l’eventualità di convivere con altre regine rappresenta una situazione inaccettabile, che sfocerebbe presto nel pieno disordine.

È così che la Sciamatura diventa il modo con cui le famiglie d’api si moltiplicano, formidabili super organismi dai connotati tutt’altro che mondani.

Partendo dal ramo su cui si è posata la regina, le api esploratrici cominciano la ricerca di un luogo idoneo alla fondazione della nuova colonia. A quel punto l’intero sciame si trasferisce nella nuova dimora, dove a breve sorgerà una vera e propria città. Tutte le api, compresa la regina, emanano un feromone chiamato di Nasonov, che serve per tenerle unite creando una scia odorosa in grado di attirare l’intero sciame nel nuovo sito.

La vecchia regina cederà presto il posto ad una giovane vergine la quale è costretta ad uscire dal nido per accoppiarsi. Questa è una fase molto rischiosa in quanto, qualora la regina venisse uccisa (da un calabrone, da un uccello o altro), l’intera famiglia andrebbe incontro alla rapida estinzione a causa della mancanza di uova da utilizzare per allevare un’altra regina. Per questo motivo lo sciame primario, ovvero quello formato dalla vecchia regina, è sempre il più grande in quanto ha la garanzia di una procreatrice già feconda.

La sciamatura è un fenomeno prevalentemente primaverile, che dura usualmente due o tre settimane; le sciamature fuori periodo di solito sono legate a problemi sanitari. Difficilmente le api di uno sciame pungono, poiché sono talmente piene di miele (le scorte nutritive), da non riuscire nemmeno ad inarcare l’addome per fare fuoriuscire il pungiglione.

Di conseguenza, se vedete uno sciame d’api, soffermatevi un momento a contemplarne il ronzio, poiché esso è come un “mantra” in grado di appassionare chiunque si avvicini. Fate in modo che questa meraviglia della natura venga rispettata, segnalandone la presenza ad un apicoltore al fine di garantire la sua rimozione incruenta.