Acaro dei tarli

Pubblicato in data: 15 giugno 2015

acaro dei tarli

L’acaro dei tarli – Pyemotes Ventricosus

di Iolanda Moretta e Mario Principato

Vita da Pyemotes Ventricosus

P. ventricosus è un acaro il cui interesse dermatologico si correla alla sua diffusione negli ambienti domestici soprattutto nel periodo primaverile-estivo, quando le femmine giovani fuoriescono dalle gallerie scavate dai tarli all’interno dei mobili e si muovono sulla loro superficie, contaminando eventuali vestiti o biancheria in stretto contatto con il legno tarlato.
Le femmine gravide, invece, vivono in profondità all’interno delle gallerie scavate dai tarli, perché si muovono con molta difficoltà. Ciò si deve alla dilatazione del loro corpo che si espande in modo abnorme con il crescere della prole nell’ utero materno: 300-400 individui sviluppano nel suo interno fino allo stadio di adulti ed appena fuoriusciti sono già in grado di accoppiarsi e poi pungere l’uomo ripetutamente nel vano tentativo di paralizzarlo come se fosse una larva di tarlo. Tale particolare sistema riproduttivo garantisce la sopravvivenza della prole anche in condizioni ambientali avverse ed origina le massicce e improvvise infestazioni che frequentemente si osservano all’interno delle abitazioni in primavera-estate.
Nella frenetica ricerca di cibo, i giovani Pyemotes appena partoriti incontrano l’uomo e attratti dall’anidride carbonica emessa dal suo corpo, lo pungono ripetutamente, spesso nello stesso punto, originando tipiche lesioni strofuloidi fortemente ravvicinate tra loro, talvolta con una caratteristica disposizione lineare.

Collegamenti a link o a schede di maggiore approfondimento
www.edpa.it
Principato M., Moretta I., Stingeni L., Lisi P., Caraffini S., Assalve D., Hansel K., Principato S., Masini P., Pivotti I. 2014.
Artropodi di interesse dermatologico in ambiente confinato. Universitas Studiorum s.r.l. Casa Editrice, Mantova

Curiosità

È vero che la puntura di Pyemotes dà luogo ad una lesione chiamata strofulo?
Sì. Le manifestazioni cutanee si presentano sotto forma di strofulo, ovvero lesioni eritemato-edematose centrate da vescicola puntiforme, che rapidamente evolve in piccola erosione coperta da squamo-crosta.
Il prurito perdura a lungo, anche 2 settimane, ed è intenso; le lesioni sono lente a guarire e sono distribuite prevalentemente in aree ricoperte da vestiti (soprattutto il tronco).

È vero che non esistono forme larvali di Pyemotes?
In realtà tutto lo sviluppo larvale avviene all’interno dell’utero della femmina; infatti, caratteristica delle femmine di questa specie è quella di partorire direttamente acari adulti sessualmente maturi. Generalmente vengono partoriti prima i maschi, che aspettano la nascita delle femmine per fecondarle non appena fuoriuscite dal corpo materno. Quindi dall’ambiente non possiamo che isolare individui adulti. Non sono presenti né uova, né larve, né ninfe.

I numeri del Pyemotes

Quanto è grande un acaro del genere Pyemotes?
Sono acari invisibili ad occhio nudo, in quanto misurano solo 0,2 mm. Però le femmine gravide, con l’utero ripieno di embrioni, possono misurare anche 1-2 mm, una dimensione tale da poter essere visti ad occhio nudo. In realtà non capita mai di vederle, in quanto vivono sempre all’interno delle gallerie che i tarli hanno scavato nel legno.

Quanti acari adulti riesce a contenere la femmina gravida nel suo utero?
Una femmina di Pyemotes può partorire, in una sola volta, fino a 400 acari adulti sessualmente maturi.

Una popolazione di Pyemotes è composta prevalentemente da individui di sesso maschile o di sesso femminile?
I maschi di Pyemotes rappresentano solo il 5% della popolazione di questa specie. Il resto è costituito da femmine già fecondate alla nascita: le uniche in grado di pungere l’uomo.

Dott. Iolanda Moretta

Iolanda Moretta
Esperto: in Acari, parassiti e scabbia

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