Ragno violino

Pubblicato in data: 30 marzo 2017

Loxosceles rufescens - Ragno violino - Foto Prof. Mario Principato
Loxosceles rufescens – Ragno violino
– Foto Prof. Mario Antonello Principato

Loxosceles rufescens – Ragno violino

di Iolanda Moretta e Mario Antonello Principato

Loxosceles rufescens, comunemente noto col nome di “ragno violino”, è una delle circa 100 specie conosciute del genere Loxosceles (Arachnida: Sicariidae); la maggior parte di esse vive nel continente americano. Solo poche specie del genere sono sinantropiche, mentre le altre vivono per terra o sotto le cortecce. Loxosceles rufescens è l’unica specie di origine mediterranea e, insieme a Loxosceles distincta, è ampiamente distribuita su tutto il territorio italiano.

Vita da Loxosceles

Il periodo riproduttivo del Loxosceles rufescens va da febbraio ad ottobre e la maggior parte degli accoppiamenti si osserva ad inizio estate. Le femmine fecondate depongono le uova in sacchi ovigeri, simili a bozzoli di seta biancastri e di pochi millimetri di diametro, che contengono ciascuno da 20 a 50 uova. I giovani ragni schiudono dopo circa una settimana e restano nei pressi della ragnatela fino alla prima o alla seconda muta; diventano adulti, dopo 6-7 mute, in circa 7-8 mesi. Sono ragni piuttosto longevi, la loro vita media è di circa 4 anni. Il ragno violino è un animale resistente e può vivere per più mesi senza né acqua né cibo.

Tela di Loxosceles rufescens - foto Prof. Mario Principato
Tela di Loxosceles rufescens – foto Prof. Mario Principato

Questo aracnide ha abitudini notturne ed è quindi raro vederlo di giorno. Per cacciare, il ragno violino costruisce una piccola ragnatela irregolare appoggiata al substrato con fili vischiosi. Le prede vengono catturate sulla ragnatela immobilizzandole con i cheliceri e paralizzandole iniettando loro il veleno. Ma Loxosceles preferisce catturare attivamente le proprie prede e si allontana di frequente dalla ragnatela; è pertanto facile vedere esemplari erranti, soprattutto maschi in cerca delle femmine durante la stagione degli accoppiamenti. Questo ragno si ciba anche di artropodi morti ed è pure per questo motivo che a volte si avventura all’interno delle abitazioni. Si nutre prevalentemente di piccoli insetti, formiche, scarafaggi e altri ragni.

Come si riconoscere il ragno violino?

Il ragno violino, come moltissime altre specie di aracnidi, presenta dimorfismo sessuale, ovvero una differenza nell’aspetto tra maschi e femmine, ma in questo caso specifico esso si limita alle dimensioni. La femmina ha il corpo lungo circa 7-8 mm che con le lunghe e sottili zampe può arrivare sino a 4-5 cm; il maschio è un po’ più piccolo. L’animale non presenta striature e una corta peluria riveste l’addome e le zampe.

particolare-di-Loxosceles-rufescens-ben-evidente-la-caratteristica-macchia-a-forma-di-violino - foto Prof. Mario Principato
particolare-di-Loxosceles-rufescens-ben-evidente-la-caratteristica-macchia-a-forma-di-violino – foto Prof. Mario Antonello Principato

Le caratteristiche più interessanti per la sua identificazione sono:

– il numero di occhi: il ragno violino possiede 6 occhi (contro gli otto della maggior parte dei ragni), separati in tre gruppi di due;

– il colore marrone chiaro, come il terriccio o la sabbia, con un disegno più scuro a forma di violino sul dorso (cefalotorace), al quale si deve il suo nome comune (questa macchia, tuttavia, non sempre ricorda con precisione quella dello strumento musicale!); le zampe sono più chiare e di colore uniforme senza alcun segno particolare.

Dove si può trovare il ragno violino?

Come altre specie di artropodi, il ragno violino non è un amante della luce ed è per questo che ha abitudini notturne. Vive in fori all’interno della corteccia degli alberi, nei cunicoli o sotto i sassi, ma apprezzando le temperature miti non di rado si sposta all’interno delle abitazioni, passando attivamente attraverso intercapedini di porte e finestre o condotti d’aerazione, oppure introdotto attraverso il legname da camino, fogliame o altro materiale vegetale. Questo ragno costruisce le sue ragnatele in luoghi nascosti e difficilmente accessibili. In ambiente indoor preferisce zone asciutte e non molto frequentate; si rinviene soprattutto in cantine, soffitte, garage, seminterrati, sgabuzzini, cataste di legno, cassettoni, bagni, scatole di cartone, dietro i quadri, in letti non usati.

La sua pericolosità consiste nel fatto che quando si insedia nelle abitazioni può rifugiarsi dentro le scarpe, negli abiti, nelle lenzuola, dietro mobili e divani.

Quanti sono i ragni velenosi in Italia?

Tutti i ragni, ad eccezione di quelli appartenenti alla famiglia Uloboridae, sono dotati di ghiandole velenifere collegate a delle strutture robuste e appuntite (cheliceri) che permettono di bucare il tegumento delle prede per paralizzarle. Solo le specie di maggiori dimensioni o con cheliceri particolarmente sviluppati riescono però a forare anche la pelle umana.

In Italia i ragni pericolosi per l’uomo sono relativamente pochi; oltre al ragno violino (Loxosceles spp.) possiamo trovare:

  • la malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus, simile alla vedova nera), il cui veleno contiene potenti neurotossine che sono responsabili dell’insorgenza di una sintomatologia neurologica e sistemica, che può a volte determinare anche la morte della vittima;

  • il ragno sacco-giallo (Cheiracanthium spp.), il cui morso provoca un immediato dolore, con comparsa di una lesione eritemato-edematosa escoriata centralmente; molto raramente si ha sintomatologia sistemica, ma non letale;

  • il ragno lupo (Lycosa tarentula), il ragno più grande presente in Italia; può mordere l’uomo se si sente minacciato, provocando lesioni simili alla puntura di una vespa;

  • la tegenaria (Tegenaria gigantea), che in persone particolarmente sensibili può provocare lesioni necrotiche nel punto del morso;

  • Olios argelasium, un ragno aggressivo che può facilmente attaccare l’uomo, ma i cui morsi provocano solo dolore ed edema locale.

Collegamenti a link di approfondimento e letture consigliate

  • Principato M., Moretta I., Assalve D., Cittadini F., Fortugno L. 2007. Morso di Loxosceles rufescens (Araneae: Scytodidae): Prima segnalazione in Umbria. Annali Italiani di Dermatologia Allergologica Clinica e Sperimentale, 61(3): 108-110.

  • Principato M., Moretta I., Stingeni L., Lisi P., Caraffini S., Assalve D., Hansel K., Principato S., Masini P., Pivotti I. 2014. Artropodi di interesse dermatologico in ambiente confinato. Universitas Studiorum s.r.l. Casa Editrice, Mantova.

  • Pezzi M., Giglio A.M., Scozzafava A., Filippelli O., Serafino G., Verre M. 2016. Spider Bite: A Rare Case of Acute Necrotic Arachnidism with Rapid and Fatal Evolution. Case Reports in Emergency Medicine, Vol. 2016, Article ID 7640789. http://dx.doi.org/10.1155/2016/7640789

  • Trotta A. 2005. Introduzione ai ragni italiani (Arachnida Araneae). Memorie della Società Entomologica italiana, vol.83, pp.3-178. file:///C:/Users/User/Downloads/111-353-1-SM.pdf

  • Swanson D.L., Vetter R.S. 2006. Loxoscelism. Clinics in Dermatology, 24 (3): 213–21, http://urban.cmsdev.ucr.edu/docs/Spiders/%20Loxoscelism_S&V.pdf

 

Dott. Iolanda Moretta

Iolanda Moretta
Esperto: in Acari, parassiti e scabbia

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