di Alessandro Maria Di Giulio
Con la pandemia di SARS-CoV-2 la prevenzione per il controllo delle zanzare nell’estate 2020 ha generalmente segnato il passo. L’impegno delle amministrazioni pubbliche, erogato nel contrasto alla propagazione del virus, la necessità di impegni straordinari e non previsti per questo evento ha causato la riduzione delle consuete attività di monitoraggio e controllo delle zanzare. Per quanto riguarda le ditte di disinfestazione è stata importante l’attività messa in campo per i trattamenti di disinfezione nelle strutture sanitarie, nelle RSA e negli edifici pubblici in un contesto di difficile approvvigionamento di prodotti idonei per combattere l’epidemia. Bisogna ricordare inoltre la confusione dovuta, per un certo periodo, alla richiesta di trattamenti di disinfezione di ambiti demaniali come strade ed altre aree sottraendo risorse e personale per i trattamenti larvicidi e per il controllo dei roditori. In questo contesto quale è stata la pressione delle malattie da vettore nel panorama nazionale? Per quanto riguarda l’ingresso dall’estero di malattie da vettore quali Dengue, Chikungunya, possiamo rilevare che la pressione è stata sicuramente inferiore al 2019.
I dati dell‘Istituto Superiore di Sanità indicano che nel 2020 vi sono stati 3 casi confermati di Chikungunya a fronte dei 18 casi confermati di Chikungunya del 2019 (tutti episodi legati a viaggi all’estero) e 3 casi confermati di Zika Virus nel 2020 in linea con i 4 casi di Zika Virus nel 2019 (tutti associati a viaggi all’estero).
Per quanto riguarda i casi di Dengue vi sono stati 30 casi confermati nel 2020 (19 associati a viaggi all’estero e 11 autoctoni a fronte dei 185 di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero del 2019)
Anche i casi di Toscana Virus sono diminuiti, 36 casi confermati di Toscana Virus nel 2020 e 56 casi nel 2019 (tutti autoctoni).
Casi quindi generalmente in calo di malattie da vettore causate dalle zanzare, dovute in maniera evidente dalla ridotta mobilità delle persone per lavoro e turismo. Fra questi dati però uno deve far riflettere. Se nel 2020 i casi di Dengue sono stati 30 a fronte dei 185 del 2019, 11 casi di Dengue sono stati classificati come casi autoctoni.
Il 2020 quindi rappresenta, oltre che l’anno della pandemia più recente, l’anno del primo sviluppo nel territorio italiano di una circolazione del virus Dengue a carico della ormai “nostrana” zanzara tigre Aedes albopictus.
Nella pubblicazione “First outbreak of autochthonous dengue reported in Italy, August 2020” al quale hanno partecipato diversi soggetti fra i quali la Task force Arbovirosi della Regione Veneto e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sono stati ricostruiti alcuni eventi tra i quali quello iniziato da una donna della provincia di Vicenza rientrata a fine luglio 2020 in Italia dopo una lunga permanenza in Indonesia.
Come descritto nella pubblicazione, la donna (caso 1)“Dopo il suo ritorno, è rimasta a casa per 14 giorni per completare la quarantena per Coronavirus (Covid-19), prevista dal Governo italiano per i viaggiatori al di fuori dell’Unione europea (UE). Dal 30 luglio, ha avuto febbre (38 ° C), malessere, mal di schiena e prurito dell’arto superiore. Il 31 luglio, è stata testata con tampone orale e nasale per sindrome Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) RNA e trovata negativa. I sintomi si risolsero entro 4 giorni. Il 22 di agosto venne diagnosticata l’infezione da Denv tipo 1 (DENV-1) . Tra il 16 e il 18 agosto, cinque dei suoi sette contatti familiari hanno iniziato ad avere sintomi di febbre (> 38 ° C), malessere, mal di testa e prurito agli arti superiori. I contatti includevano una donna e un maschio sulla cinquantina (Caso 2 e caso 3, rispettivamente), due maschi sulla ventina, e un bambino in età prescolare (casi 4, 5 e 6, rispettivamente). I sintomi clinici si sono risolti entro 4 giorni in tutti loro. Il caso 3 era rimasto a Pulau Weh nel gennaio 2020 per 14 giorni. Era asintomatica durante e dopo il viaggio. I casi 2, 4, 5 e 6 non hanno mai viaggiato all’estero.”
Anche se viene ribadito nella pubblicazione che la Ae.albopictus ha bassa competenza per la trasmissione della DENV, dobbiamo considerare che nel territorio italiano la zanzara tigre è ampiamente diffusa, a volte anche in popolazioni molto numerose e quindi il rischio del ripetersi della trasmissione del virus con contagi autoctoni è prevedibile, oltre che per il cambiamento climatico, soprattutto per la prossima ripresa dell’economia e dello spostamento delle persone per affari e turismo nelle aree a maggior circolazione virale.
L’attività di monitoraggio del territorio e le operazioni di riduzione della presenza dei vettori, tra i quali la zanzara tigre per la diffusione di CHIKV e DENV e la Culex pipiens per la trasmissione della WNV, devono essere organizzate per tempo dalle Amministrazioni Comunali con il sostegno scientifico delle USL e delle Regioni, nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (PNA) 2020-2025.
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piano nazionale di prevenzione arbovirosi 2020-2025