Cicuta maggiore

Pubblicato in data: 12 luglio 2015

Cicuta

Conium maculatum

di Aldo Ranfa

Vita da Cicuta maggiore

Morfologia

Specie erbacea perenne, alta fino a 1,70 m, che emana uno sgradevole odore di topi. L’apparato sotterraneo è composta di una radice biancastra con striature orizzontali. Il fusto è eretto, cilindrico, molto ramoso, nella parte basale arrossato-scuro e più in alto con chiazze rosse tendente al violetto. Le foglie basali hanno una guaina a forma d’uovo, con chiazze rosso-striate, mentre la lamina è 3-4 volte pennata con i segmenti a forma di lancia e profondamente dentati. I fiori, ermafroditi, regolari, con 5 petali di colore bianco, sono portati da infiorescenze ad ombrella composta, infiorescenza tipica di questa famiglia. L’ombrella è formata da 15-17 raggi alla cui base è presente un involucro di 2-3 brattee bordate di bianco. All’apice dei raggi si diparte l’ombrelletta che è costituita alla base dall’involucretto con numerose brattee. Nel fiore la parte riproduttiva maschile è formata da 5 stami, mentre quella femminile è costituita da un ovario infero. Il frutto è un diachenio, vale a dire due frutti secchi (acheni), che non si aprono a maturità, uniti lungo l’asse centrale, che in sezione trasversale si presentano isodiametrici. Il frutto è percorso nella faccia dorsale da canali resiniferi chiamati vitte. Fiorisce da giugno a settembre.

Ecologia e distribuzione

La Cicuta maggiore è spontanea nel territorio nazionale, da 0 a 1.500 m s.l.m. ed è comunemente considerata infestante. I suoi ambienti di sviluppo sono le zone ruderali, le siepi, le aie delle case rurali e gli orti ma si apprezza la sua presenza anche nelle zone limitrofe ai corsi d’acqua.
NB: Altre specie della stessa famiglia, spontanee in Italia centrale, possono risultare tossiche se ingerite qualche loro parte come il Cerfoglio selvatico (Chaerophyllum hirsutum L.)

Curiosità

Il nome del genere deriva dal termine greco “khòneion=cicuta”, a sua volta derivato da “kȏna=resina” ma, alcuni autori, sostengono che derivi da “kónis=polvere”, per il fatto che la radice polverizzata veniva impiegata come veleno. Socrate, nel 399 a.C., venne ucciso con un preparato a base di Cicuta che fu costretto a bere. Nell’antichità la Cicuta veniva usata per eseguire condanne a morte.

Usi popolari e rimedi

Data l’alta pericolosità della pianta, oggi non trova impieghi anche se, nell’antichità veniva utilizzata per se sue proprietà calmanti, antinevralgiche, antiepilettiche ed antidolorifiche

Bibliografia

  • Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
  • Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
  • Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
  • Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
  • Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.

Sitografia

Dott. Aldo Ranfa

Aldo Ranfa
Esperto: Piante di interesse sanitario

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