Gigaro chiaro

Pubblicato in data: 12 luglio 2015

Gigaro chiaro

L’ Arum italicum L. o Erba biscia

oppure Giaro, Gigaro chiaro, Pan di serpe
(Fam. Araceae)

di Aldo Ranfa

Vita da Gigaro chiaro

Morfologia

Specie erbacea perenne, alta fino ad 1 m, con un rizoma sotterraneo, ovoidale. Le foglie, spiralate, intere, che si sviluppano dall’autunno alla primavera, sono picciolate ed hanno la lamina a forma d’asta, in pratica con due orecchiette alla base divaricate quasi orizzontalmente e con un lobo apicale lanceolato. Sulla lamina della foglia sono presenti generalmente delle venature bianche caratteristiche. I fiori, unisessuali, sono portati da un’infiorescenza particolare chiamata spadice; questa è formata da un asse carnoso e ingrossato su cui sono inseriti direttamente i fiori. Quest’infiorescenza è avvolta poi da una brattea chiamata spata che in questo caso è di colore giallo, spesso arrossata ai margini. I fiori maschili sono regolari e formati da 6 stami, i fiori femminili sono regolari con un ovario supero. I frutti sono carnosi (bacche), di forma sferica, di colore rosso a maturità. Tutta la pianta è maleodorante come di carne marcia. Fiorisce da marzo a maggio.

Ecologia e distribuzione

Il Gigaro chiaro è una specie comunissima in Italia da 0 a 1300 m s.l.m. e considerata infestante. I suoi ambienti di sviluppo naturali sono le macchie, i boschi cedui, le radure, le siepi, ma anche le zone coltivate come le vigne e gli oliveti e non è raro incontrarla nelle scarpate ombrose anche in città e negli impluvi.
N.B.: Dello stesso genere il Gigaro scuro (Arum maculatum L.), più raro del primo ma in ogni caso abbastanza frequente da 0 a 1600 m s.l.m. nei boschi di faggio, nei boschi cedui e nelle radure, ha le stesse caratteristiche venefiche del Gigaro chiaro; da quest’ultimo si distingue per avere la spata più scura e purpurea ai bordi e per avere le foglie con le orecchiette basali convergenti.

Curiosità

Il nome del genere deriva dal greco “aron=calore” per dare rilievo al fatto che durante la fioritura sembra emettere del calore. L’aggettivo specifico mette in rilevanza la sua distribuzione.

Usi popolari e rimedi

Questa specie viene utilizzata limitatamente contro i calli e le verruche. Per uso interno ha proprietà antireumatiche e purganti, ma oggi è usi del tutto abbandonata per la sua pericolosità.

Bibliografia

  • Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
  • Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
  • Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
  • Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
  • Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.

Sitografia

Dott. Aldo Ranfa

Aldo Ranfa
Esperto: Piante di interesse sanitario

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