Panace di Mantegazza

Pubblicato in data: 12 luglio 2015

Panacee di Mantegazza

L’Heracleum mantegazzianum Sommier & Levier o Panace di Mantegazzi

oppure Panace gigante
(Fam. Umbelliferae)

di Aldo Ranfa

Vita da Panace di Mantegazza

Morfologia

Specie erbacea perenne o biennale di dimensioni ragguardevoli, il fusto cavo ma robusto con evidenti macchie rosse, hanno la base che può arrivare anche a 10 cm di diametro e in altezza sfiorare i 3,50 m. Le foglie, che vanno da 3 a 5 m di lunghezza, sono divise in 3 o 7 segmenti dentati e acuminati, a parte il segmento terminale che spesso è diviso profondamente. I fiori sono di colore bianco o verde-giallastro ma anche roseo, portati in infiorescenze ad ombrelle che possono raggiungere anche 50 cm di diametro; i raggi vanno da 50 a 150. I frutti sono lunghi 10-14 mm e larghi 6-8 mm, obovali, bordati da peli irti. La fioritura da giugno ad agosto.

Ecologia e distribuzione

Introdotta dal Caucaso per motivi ornamentali, la Panace di Mantegazza si è diffusa in tutta l’Europa, dalle coste marittime alle montagne ed è in grado di diffondersi con temibile velocità per seme (5.000/27.000 semi/pianta) ed è considerata una delle specie più dannose per la flora autoctona. In Italia si sviluppa dai luoghi litoranei, ai bordi dei fiumi, fino alla montagna (M. Bianco 2.173 m s.l.m.). Attualmente è presente, ma in espansione, in tutto il Nord Italia. Per la notevole produzione di frutti che si disperdono, per la maggior parte, attraverso i corsi d’acqua, rappresenta una minaccia per gli ambienti naturali.

Curiosità

Il nome del genere deriva da “Herácleion=di Eracle”, in onore a Eracle, eroe della mitologia greca dotato di fisico vigoroso, in riferimento alle sue dimensioni. Il nome dell’aggettivo specifico e il termine volgare derivano da Paolo Mantegazza, antropologo a cui la pianta fu dedicata dai botanici Levier e Sommier che la classificarono per primi.
NB: Spesso si confondere con il panace o spondillo (Heracleum sphondylium), specie indigena che però non super mai 1,5 m di altezza

Usi popolari e rimedi

Questa specie non viene utilizzata per scopi utilitaristici in campo fitoterapico.

Bibliografia

  • Celesti-Grapow L., Alessandrini A., Arrigoni P. V., Banfi E., Bernardo L., Bovio M., Brundu G., Cagiotti M. R., Camarda I., Carli E., Conti F., Fascetti S., Galasso G., Gubellini L., La Valva V., Lucchese F., Marchiori S., Mazzola P., Peccenini S., Poldini L., Pretto F., Prosser F., Siniscalco C., Villani M. C., Viegi L., Wilhalm T. & Blasi C., 2009 – Inventory of the non-native flora of Italy. Plant Biosystems – Giorn. Bot. Ital. Firenze, 143 (2): 386-430. [Jul 2009]
  • Celesti-Grapow L., Pretto F., Carli, E., Blasi C., 2010 – Flora vascolare alloctona e invasiva delle regioni d’Italia. Editrice Università La Sapienza, Roma.

Sitografia

Dott. Aldo Ranfa

Aldo Ranfa
Esperto: Piante di interesse sanitario

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